Check-up all’industria della salute
Modena Mondo – Marzo 1998
Viaggio nella “biomedical valley” dove si concentrano i colossi mondiali del settore
La cittadina di Mirandola è oggi conosciuta come “biomedical valley” grazie all’idea geniale del dottor Mario Veronesi, che nel 1963 ha fondato la Miraset, la prima azienda produttrice di tubi di plastica per la dialisi e le operazioni a cuore aperto. Sono presenti un’ottantina di aziende che danno occupazione alla metà dell’intera forza lavoro locale e dove si concentrano le strategie industriali svedesi, americane e tedesche. Recentemente gli svedesi Wallemberg hanno fuso la holding Incentive con la Gambro, sottolineando così la volontà di rafforzare la loro leardership nel mondo delle apparecchiature per dialisi ed espandersi nel settore cardiovascolare. La Gambro,con un giro d’affari di 475 miliardi in gran parte proveniente dai prodotti per la dialisi, ha raddoppiato, la propria presenza acquistando una catena di centri negli USA ed elevando così il numero di assistiti a 33mila. Il gruppo ha deciso di entrare nella gestione diretta dei servizi e di potenziare la propria posizione nel cardiovascolare, cioè nella produzione di apparecchiature usate nelle operazioni a cuore aperto. Attualmente sta investendo nei processi di espansione delle cellule staminali, fondamentali nelle cure chemioterapiche, e nella nuova generazione di macchine fornite di biosensori che rendono la dialisi automatizzata.
Per quanto riguarda la Sorin, azienda con un fatturato di 756 miliardi, Bruno Inguaggiato, amministratore delegato della Bellco, afferma che il suo gruppo non ha intenzione di inoltrarsi nella gestione diretta dei servizi perchè questa richiede un management completamente diverso da quello industriale, inoltre sottolinea la sua perplessità verso la dialisi completamente automatizzata in quanto non crede che la macchina possa fare tutto. Per questo motivo, la Sorin ha deciso di concentrare le proprio attività sugli organi artificiali. Sempre secondo Inguaggiato, nel mercato della dialisi l’innovazione procede lentamente e tra i problemi da affrontare per i produttori del biomedicale quello principale è il pagamento da parte dei clienti,specialmente negli ospedali. A causa dell’assenza di risorse finanziarie, come afferma Ivo Panzani, direttore tecnico della Dideco, le amministrazioni ospedaliere sono obbligate a creare concorrenza tra i produttori costringendoli a ridurre sempre di più i costi dei loro prodotti , facendone crollare i prezzi.
Egli spiega, inoltre, che le loro produzioni si articolano in due linee che nel mercato italiano rappresentano quasi la metà del giro d’affari: si tratta degli ossigenatori per la circolazione extracorporea edel le macchine per la aferesi. Sottolinea Panzani che la cardiochirurgia vuole mettere a punto nuove tecniche meno invasive nell’operazione a cuore aperto. Non è facile interrogarsi sul fututo della biomedical valley visto che si tende a spostare le produzioni nei paesi dove il costo del lavoro è più basso, bisogna quindi mantenere le soglie tecnologiche elevate per impedire l’ingresso dei produttori dell’est.
Ida Menghelli
Check-up in health industry
Modena mondo- March 1998
A journey around the “biomedical valley” where the world’s leading companies in the sector are based.
Mirandola is nowadays known as the “biomedical valley”, thanks to Dr. Mario Veronesi, who founded Miraset in 1963: the company was the first to make plastic tubes for dialysis and open heart surgery.
Almost 80 companies are based in the area and they employ around a half of the local workforce. American, Swedish and German firms are also concentrating their industrial strategies here.
Recently the Swedish Wallemberg has merged Holding Incentive with Gambro, in order to reinforce their world leadership in the field of dialysis equipment and to expand in the cardiovascular sector. Gambro, with a turnover of 475 billion from dialysis products, decided to start operating in the services sector and to strengthen its position in the production of equipment to be used in open heart surgery.
They are currently investing in stem cells research, essential in chemotherapy, and in a new generation of machines with biosensors that make dialysis completely automated.
Bruno Inguaggiato, Bellco’s managing director claims that his group is not going to start operating in the services sector because this would require a form of management completely different from the manufacturing sector.
Moreover he does not believe that automated dialysis has a future as it is impossible for a machine to replace man completely. For this reason, Sorin has chosen to concentrate on artificial organs. According to Inguaggiato the main problem in the dialysis market is to get payment from customers, especially in hospitals. Ivo Panzani, Dideco’s technical manager, says that owing to the lack of financial resources, hospitals are obliged to create competition between producers, who are forced to cut prices. He explains that they make two main products: oxygenators for extracorporeal circulation and aphaeresis machines.
It is not easy to predict the future of the “biomedical valley” because the industry is moving to Eastern European countries where labour costs are lower, so we need to keep a high level of technology if we want to avoid competition from Eastern Europe.
Ida Menghelli